Milano – Nei primi mesi del 2020, anche a causa del lockdown, il 59% degli italiani ha usufruito di almeno un servizio video on demand a pagamento (Svod) in streaming, e il 20% ha utilizzato contemporaneamente tre o più abbonamenti. Tuttavia la percentuale di chi ha intenzione di mantenere attiva la sottoscrizione a più di due piattaforme anche nel post-emergenza cala drasticamente al 12%. È quanto emerge dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, che evidenziano il ruolo del televisore quale device centrale per vedere questi contenuti.
Il tempo speso su questo dispositivo per fruire dei servizi on demand cresce (passando dal 52% dello scorso anno al 55% del tempo complessivo), rimane costante su Pc (22%), mentre cala su smartphone e tablet. Crescono inoltre le persone che accedono a questi servizi attraverso Smart Tv (38% vs 32%) o device da collegare al televisore (25% vs 18%). Non solo: il 66% che accede a questi servizi dichiara di aver cambiato alcune delle sue abitudini per meglio fruire dell’abbonamento. In particolare: il 18% sceglie i titoli su Pc o smartphone ma poi li collega alla televisione per vederli meglio; il 15% ha acquistato appositamente un device per rendere la propria Tv connessa; il 14% ha appositamente acquistato una smart Tv.
Per quanto riguarda invece i video all’interno di YouTube, dall’analisi emerge come gli utenti propendano sempre di più per contenuti creati dagli utenti comuni (User generated Content o Ugc, scelta principale per il 62% del campione) o video prodotti da youtuber e influencer (21%). Solo il 17% si affida principalmente a video editoriali/televisivi. Youtuber e influencer sono molto più rilevanti per i Millennials (39%), ma quasi inesistenti per i Baby Boomers (5%). Viceversa, i video editoriali sono la scelta principale per il 24% della fascia più anziana, mentre solo per il 12% di quella più giovane.