Roma – Nell’ambito dell’iniziativa ‘Cuoriconnessi’, organizzata dalla Polizia di Stato e da Unieuro, sono stati resi noti i dati dell’Osservatorio scientifico no profit ‘Social Warning-Movimento etico digitale’, che ha preso in esame i reati digitali nel 2020. Dall’attività investigativa, ha spiegato il direttore della Polizia postale Nunzia Ciardi, è emerso come nel 2020 ci sia stato un boom di cyber-reati molti dei quali hanno avuto come vittime (ma anche come responsabili) individui minorenni: un +77% sul 2019, ma è stato registrato anche un + 90% di indagati. Secondo l’Osservatorio scientifico no profit ‘Social Warning-Movimento etico digitale’, il 22% dei ragazzi è connesso 24 ore su 24, mentre il 39% naviga senza alcun limite da parte della famiglia, che nel 70% dei casi non vigila in alcun modo rispetto all’utilizzo dei social.
“Il web è straordinario, ma può anche diventare uno strumento di morte. Per questo i genitori hanno un ruolo fondamentale”, visto che la Rete “che troppo spesso immaginiamo come un luogo sicuro perché confinato in casa, è invece molto più pericolosa di tanti luoghi aperti”, spiega il capo della Polizia Franco Gabrielli. Ma il lavoro da fare è enorme, avverte il presidente di Agcom Giacomo Lasorella: secondo i dati Unicef, infatti, ogni giorno in tutto il mondo 175mila bambini e ragazzi si connettono per la prima volta nella loro vita a Internet, uno ogni mezzo secondo.