Milano – Non si placa la bufera che ha investito Chiara Ferragni poco prima di Natale. Dopo la sanzione dell’Antitrust per la sua operazione insieme a Balocco, dopo la vicenda emersa relativa alle uova di Pasqua a marchio Dolci Preziosi, dopo il dietrofront di marchi importanti come Coca Cola e Safilo sulla loro collaborazione con la celebre influencer, secondo la testata La Verità le autorità starebbero valutando anche un’altra partnership legata a fini benefici, quella con Trudi.
In occasione del matrimonio della Ferragni con Fedez, a maggio 2019, infatti, era stata lanciata la limited edition di una bambola, realizzata da Trudi, con le fattezze dell’imprenditrice digitale. Venduta sul sito The Blonde Salad, i suoi profitti erano destinati a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit che combatte contro il cyberbullismo.
Immediata la replica di Tbs crew srl, la società controllata da Chiara Ferragni, che in una nota ha precisato: “I ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019. Il tutto è avvenuto, quindi, totalmente in linea con quanto comunicato sul canale Instagram di Chiara Ferragni e sugli altri riconducibili a Tbs Crew Srl. Tbs crew Srl, infine, specifica altresì che l’impegno a favore di Stomp Out Bullying ha riguardato – come dichiarato nei materiali di comunicazione – esclusivamente le vendite delle bambole fatte sul canale e-commerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi”.
Intanto, però, il Governo Meloni è al lavoro su quella che è già stata definita la ‘Legge Ferragni’. Annunciata durante la conferenza stampa di fine anno della premier, si proporrebbe di “rimettere ordine nel ‘far west’ della beneficenza”, impedendo pratiche commerciali scorrette e campagne marketing allusive di progetti charity che poi non corrispondono al vero.