Billund (Danimarca) – Il gigante danese dei giocattoli Lego è stato colpito da pesanti aumenti delle materie prime, dei prezzi di trasporto e di produzione. E il costo è stato scaricato sulle spalle del cliente, aumentando i prezzi alla vendita. In media, si è calcolato un incremento fino al 20% su alcuni prodotti, rafforzando così i generali effetti negativi dell’inflazione. Molti dei prodotti piú venduti potrebbero divenire un bene di lusso quasi proibitivo e, secondo la testata Brickfanatics, gli aumenti arriveranno di colpo, e riguarderanno almeno 27 prodotti tra i preferiti dal grande pubblico. “I nostri costi di produzione aumentano, ma in ultima istanza toccherà ai venditori al dettaglio tradurli o meno sui prezzi di vendita al dettaglio”, ha dichiarato il gruppo Lego. Ma è difficile immaginare che il negoziante accetti perdite di questa entità. Per Lego, adeguare i prezzi ai costi reali e all’inflazione, soprattutto in Europa, è una necessità impellente. Resta da vedere con esattezza come e in che misura i rivenditori diretti di Lego trasferiranno gli aumenti sui prodotti. I vari blog dei fan dei mattoncini, nel frattempo, tengono sott’occhio la situazione, e sono già usciti i primi report. Brickfanatics, per esempio, mostra come il set Assembly Space sia aumentato del 13%, da 159 a 179 euro, la riproduzione del Taj Mahal del 20%, da 99,99 a 119,99 euro, il castello di Hogwarts del 5%, mentre il treno di Harry Potter, l’Hogwarts Express, del 13%, da 79,99 a 89,99 euro.