Milano – In seguito all’intervento dell’Antitrust sulla questione Balocco/Ferragni, gli scorsi giorni alcuni quotidiani avevano sollevato dei dubbi su altre iniziative di beneficienza lanciate dalla celebre influencer e dalle sue società, tra cui quella con Trudi, che risale al 2019. Selvaggia Lucarelli, in un post su X (ex Twitter), analizza più a fondo la questione.

“La settimana scorsa si era parlato della bambola Trudi con le fattezze di Chiara Ferragni il cui ricavato doveva andare in beneficenza a un’associazione contro il bullismo. L’associazione dice di non aver ricevuto nulla, la TBS di Chiara Ferragni ha diffuso un comunicato in cui dice che hanno invece effettuato la donazione e che, come da loro correttamente comunicato ai tempi, SOLO il ricavato delle vendite sull’e-commerce di Ferragni andava in beneficenza, non il ricavato delle vendite nei negozi e su Amazon”, scrive la Lucarelli, che aggiunge: “È facile capire che il tutto è di partenza discutibile, perché noi non sappiamo quante bambole fossero in vendita sul sito di Ferragni. Potevano essere 10 o 1 milione e da quelle dipendeva la somma da dare in beneficenza. Considerato poi che sono andate esaurite in 5 ore o ne hanno vendute tantissime in poco tempo o forse erano pochine. Come mai nel comunicato di TBS non specificano l’entità della donazione, visto che ora vogliono essere trasparenti e sono -dicono- in buona fede?”.

Anche in questo caso – per riprendere l’argomentazione con cui si era giustificata Chiara Ferragni sulla questione Balocco – si tratta di un errore di comunicazione? Il comunicato stampa ricevuto a suo tempo da Trudi, che la redazione di TG TuttoGiocattoli conserva in archivio, è assolutamente corretto: “Legata alla bambola, anche un’iniziativa che fa del bene. Chiara Ferragni, imprenditrice digitale e attenta conoscitrice dei social network, si schiera contro il cyberbullismo promuovendo un progetto speciale. Questo perché il ricavato dalla vendita del sito Theblondesalad.com verrà devoluto all’organizzazione no profit ‘Stomp out Bullying’”.

Ma secondo Selvaggia Lucarelli questo non basta: “Sul sito Blonde salad in effetti [la comunicazione] è corretta, ma come al solito diventa fumosa su altri canali, soprattutto quelli diretti di Ferragni. […] Il risultato come sempre è una comunicazione fuorviante, ripresa dai più grandi giornali in modo altrettanto fuorviante per il consumatore. (il Corriere, per esempio, parla di ricavato della vendita in beneficenza, genericamente) Insomma, da anni lo schema in varie operazioni era simile: operazione commerciale da cui lei guadagna un sacco di soldi. Beneficenza che in proporzione sono briciole. Comunicazione confusa che induce il consumatore a pensare che comprando un prodotto la somma da donare aumenti. Reputazione smaltata. Altro che errore di comunicazione. Era tutto pensato molto bene”.